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Cronache di guerra 3

Alla fine sono tornato a casa. Le motivazioni che mi hanno spinto a tornare sono due. In primo luogo la mia famiglia è preoccupata. Forse hanno ragione, visti gli ultimi risvolti (tipo l'Iran che minaccia di attaccare Haifa, attacchi siriani sulle Alture del Golan).

La seconda è che adesso in Israele funziona tutto malissimo. Mi spiego. Molti i mezzi pubblici sono sotto regime tant'è che molte linee degli autobus sono state proprio soppresse (fortunatamente non quella che prendo io). I servizi postali di vario genere sono lentissimi: la mia tessera dello studente è arrivata una settimana dopo di quando mi è stato promesso; mi avevano detto che in 10 giorni sarebbe arrivata la mia carta di credito e sono ormai passate quasi 3 settimane senza che arrivasse (in futuro, forse, farò un post sul sistema bancario israeliano, che è da sbattere la testa sul muro). Le attività accademiche del Technion sono poi ridotte a zero.

Sia chiaro, questi problemi sono da ricco cittadino del primo mondo, mentre nel frattempo la gente crepa continuativamente. Tuttavia, avendo il privilegio di poter evitare queste scocciature, perché non sfruttare questo privilegio?

Soprattutto per questo motivo ho deciso di andarmene, con l'idea di tornare tra qualche mese.

Per la cronaca, questa lentezza globale dei servizi è data dal fatto che il 5% della popolazione è al fronte. Se si considera la popolazione giovanile la popolazione cresce ancora di più (non ho statistiche precise, dico solo che il 30% del Technion non c'è e hanno ritardato a dicembre l'inizio delle lezioni).

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