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Cronache di guerra 2

Oggi in dipartimento c'è stata una riunione su zoom (a cui ho partecipato), in cui il direttore ci spiegava un po' le procedure di emergenza. All'inizio della riunione ha offerto le sue condoglianze ai parenti delle persone che sono state assassinate (le parole che usato sono state "killed", "murdered"). Uno ha detto che ha un figlio all'artiglieria e l'altro nei carri armati. Si è anche fatto notare che alcuni, tra dottorandi e docenti, mancano perché sono stati arruolati.

Ad un certo punto si è discusso se far partire o meno le lezioni regolarmente. Da una parte si dice che ad Haifa non c'è alcun attacco, quindi non ci sarebbero problemi per far partire le lezioni. Dall'altra si fa notare che molti studenti sono stati chiamati al fronte, dunque le aule rischiano di essere semi-vuote. Inoltre sarebbe poco rispettoso fare lezione regolarmente mente la gente crepa. Altri però hanno detto che lo scopo del sacrificio dei soldati è anche quello di far fare una vita normale (per quanto possibile) a chi rimane a casa.

(Per la cronaca, le lezioni iniziano regolarmente.)

Spero di aver fatto capire in queste poche righe com'è il morale in un paese in guerra. Per i telespettatori europei occidentali la guerra oramai è solo qualcosa di lontano. Ti commuovi e poi cambi canale. Ecco, qui la guerra è qualcosa di molto più reale e doloroso.

Tempo addietro parlavo con una persona che sperava che la Russia attaccasse la Polonia così la NATO è costretta a reagire e a dare una lezione alla Russia. Mi sa che questa persona non aveva ben chiaro il concetto di guerra.

P.S. Comunque io sto bene e sono tranquillo.

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