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Bufale sullo ius soli

Leggo questo articolo che contiene una pseudo-intervista a Monica Cirinnà dai contenuti più disparati. Dico pseudo-intervista perché non è della forma domanda-risposta, ma le opinioni di Cirinnà (e soltanto le sue) vengono citate più e più volte tra virgolette, tanto che non si capisce se le parti che non sono virgolettate sono il pensiero del giornalista o di Cirinnà. Ci sarebbero molte cose da dire su questo articolo, ma mi concentrerò solo su questo paragrafo che riguarda lo ius soli:

Più complessa la questione della legge sulla cittadinanza. Se ne parla da vent'anni, ma sotto i colpi delle destre, l'Italia è rimasta ferma allo ius sanguinis. I bambini figli di stranieri nati in Italia non sono cittadini italiani, ma si trovano nel limbo della non cittadinanza. Tutto bloccato, dopo lo stop finale durante il governo Gentiloni e proprio a un passo dall'approdo. «Facciamo che sia l'aula delle Camere a stabilire chi vince e chi perde questa partita dei diritti, ma lo ius soli o meglio lo ius culturae deve riprendere il suo cammino. E poi Salvini non è diventato europeista, pro euro. Potrebbe convertirsi anche su leggi che sono semplicemente europee», invita Cirinnà. (evidenziazioni mie)

Ci sono almeno due bufale (o fake news in italiano moderno) in questo paragrafo.

La prima è che nessuno, che nasce in Italia, finisce nel "limbo della non-cittadinanza" (che espressione altisonante). Per capirlo basta guardare l'art. 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 91

  1. E' cittadino per nascita: a) il figlio di padre o di madre cittadini; b) chi e' nato nel territorio della Repubblica se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, ovvero se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori secondo la legge dello Stato al quale questi appartengono.

  2. E' considerato cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza.

Se un bambino nasce in Italia si presentano quattro possibilità:

  • se ha almeno un genitore italiano, ottiene la cittadinanza italiana per ius sanguinis (comma 1 lett. a);

  • se ha entrambi i genitori che sono o apolidi o ignoti, ottiene la cittadinanza italiana (comma 1 lett. b prima parte);

  • se ha un genitore cittadino di un Paese che in cui la cittadinanza si trasmette per ius sanguinis (cioè il genitore trasmette la cittadinanza al figlio), ottiene la cittadinanza di quel paese;

  • se entrambi i genitori sono cittadini di Paesi la cui legge sulla cittadinanza non prevede che i bambini nati all'estero da cittadini di quel Paese ottengano la cittadinanza di quel Paese, allora ottiene la cittadinanza italiana (comma 1 lett. b seconda parte).

Quindi nessun nato in Italia finisce nel "limbo della non cittadinanza".

La seconda è quando si parla di ius soli come legge europea. Non si chiarisce bene cosa significa "legge europea" e quindi proveremo a dargli due diverse interpretazioni.

Se si riferisce a "europeo" come legato all'Unione europea, beh, l'unico aspetto dell'UE legato alla cittadinanza è quello della cittadinanza europea. La cittadinanza UE è istituita con il trattato di Maastricht e non sostituisce le cittadinanze degli stati. Si dice solo che è cittadino europeo chi è cittadino di un paese UE. Non si introduce nessun vincolo per gli stati su come dare la cittadinanza. Nemmeno si richiede che gli stati debbano ammettere la doppia cittadinanza: l'Austria non ammette la doppia cittadinanza. Quindi parlare dello ius soli come legge europea nel senso legata alla UE è sbagliato.

(Per la cronaca, qualche anno fa Juncker polemizzò con Malta perché, a suo dire svendeva la cittadinanza europea agli oligarchi russi. Mi pare, ma potrei, che bastava comprare un immobile dal valore superiore al milione di euro per ottenere la cittadinanza maltese. Può non piacere, può essere una legge cretina, ma Malta aveva tutto il diritto di farla, con buona pace di Juncker.)

Ma torniamo al concetto di ius soli come "legge europea". Forse Cirinnà intendeva dire che lo ius soli è un legge molto diffusa in Europa. Prima di controllare se sia vero o non capiamo che cos'è lo ius soli. Lo ius soli è quel principio per cui uno è cittadino di uno Stato se è nato in quello Stato e almeno uno dei due genitori ha risieduto legalmente in quel paese per un certo numero di anni. Per fare un paio di esempi. Se una donna incinta passa per caso negli USA e partorisce, il figlio è americano; non c'è alcun requisito di residenza nei riguardi dei genitori. In Germania invece è cittadino chi nasce lì e uno dei genitori è residente in modo continuativo da almeno otto anni. Non è invece ius soli una legge che dà la cittadinanza a chi è nato in quel paese da genitori nati anch'essi in quel paese (possiamo parlare di doppio ius soli, che interessa gli immigrati di terza generazione, non quelli di seconda generazione). Perché escudo il "doppio ius soli"? Perché di solito i difensori dello ius soli dicono di dare la cittadinanza ai figli di immigrati, non ai figli dei figli degli immigrati.

Stando così le cose guardando la wikipedia, uno scopre che lo ius soli, in Europa, è adottato solo da Germania, Grecia, Irlanda (con forti limitazioni), Portogallo e Regno unito (in Francia, Lussemburgo, Spagna e Malta hanno il "doppio ius soli"). Tutto qui. Solo cinque Paesi su una quarantina di Paesi europei adotta lo ius soli. Quindi anche dire che lo ius soli è assai diffuso in Europa è falso.

Magari in un altro post spiegherò perché lo ius soli è un principio sbagliato, senza guardare quello che fanno gli altri paesi.

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