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Cronache di guerra 4

Sono tornato ad Haifa e vi racconto come vanno le cose qui. L'impressione è che il paese è ben più militarizzato di prima. Mi spiego. Prendo il treno dall'aeroporto ad Haifa e sale un soldato sul treno con il fucile a tracolla. In tutta tranquillità, questi si siede a fianco a me. Alla stazione dopo stessa scena, ma questa volta l'altro soldato si siede davanti a me, sempre col fucile a tracolla. Non che questi due soldati mi puntavano il fucile addosso, lo tenevano tra le gambe puntato verso il pavimento, ma comunque un po' di timore ti viene. In generale, di soldati armati sui mezzi pubblici ne vedi parecchi. Mi hanno poi spiegato che questi soldati vanno e vengono dal fronte per tornare a casa, per poter fare una rotazione dei soldati in servizio al fronte. Il motivo per cui si portano con sé il fucile è per poter fargli manutenzione, pulirlo e oliarlo.

La sicurezza per le strade è di molto aumentata. Ci sono assai più di prima delle guardie armate all'ingresso delle stazioni, dei supermercati, degli ospedali...

Ci sono anche dei civili armati. Un paio di giorni fa, in mensa un tizio girava bel bello con il suo fucile; il tutto nell'indifferenza generale dei presenti. Il premio stranezza va però a quel tale che in università si è portato una katana.

La cosa che però più mi lascia perplesso non è tanto la non-chalance della gente alla presenza di uomini armati, quanto la faciloneria di quelli che le armi le portano: se non hanno nulla da fare e si annoiano, di solito questi li vedi giocherellare tranquillamente col cellulare, quasi si dimenticassero di avere un fucile al collo. Non so voi, ma se io dovessi portare un'arma in pubblico, farei sempre mooolta attenzione...

Tutto peggio quindi? No. Alcune cose sono però migliorata da ottobre: si sente molto meno spesso il rombo degli aerei, quindi i bombardamenti dovrebbero essere molto calati d'intensità. In questa settimana non c'è stato nessun allarme missile. Poi vedi molta più gente in giro e la gente sembra cercare di vivere con maggior "normalità". Non vi sconsiglio dunque di venire qui.

Vi saluto, sperando che questa sia l'ultima cronaca di guerra.

P.S. Comunque il GPS continua a non funzionare. Sembra un problema che hanno tutti e pertanto riaffermo la mia ipotesi che il GPS viene offuscato dal governo. Se venite da queste parti, dovete sapervi orientare senza GPS.

Cronache di guerra 3

Alla fine sono tornato a casa. Le motivazioni che mi hanno spinto a tornare sono due. In primo luogo la mia famiglia è preoccupata. Forse hanno ragione, visti gli ultimi risvolti (tipo l'Iran che minaccia di attaccare Haifa, attacchi siriani sulle Alture del Golan).

La seconda è che adesso in Israele funziona tutto malissimo. Mi spiego. Molti i mezzi pubblici sono sotto regime tant'è che molte linee degli autobus sono state proprio soppresse (fortunatamente non quella che prendo io). I servizi postali di vario genere sono lentissimi: la mia tessera dello studente è arrivata una settimana dopo di quando mi è stato promesso; mi avevano detto che in 10 giorni sarebbe arrivata la mia carta di credito e sono ormai passate quasi 3 settimane senza che arrivasse (in futuro, forse, farò un post sul sistema bancario israeliano, che è da sbattere la testa sul muro). Le attività accademiche del Technion sono poi ridotte a zero.

Sia chiaro, questi problemi sono da ricco cittadino del primo mondo, mentre nel frattempo la gente crepa continuativamente. Tuttavia, avendo il privilegio di poter evitare queste scocciature, perché non sfruttare questo privilegio?

Soprattutto per questo motivo ho deciso di andarmene, con l'idea di tornare tra qualche mese.

Per la cronaca, questa lentezza globale dei servizi è data dal fatto che il 5% della popolazione è al fronte. Se si considera la popolazione giovanile la popolazione cresce ancora di più (non ho statistiche precise, dico solo che il 30% del Technion non c'è e hanno ritardato a dicembre l'inizio delle lezioni).

Cronache di guerra 2

Oggi in dipartimento c'è stata una riunione su zoom (a cui ho partecipato), in cui il direttore ci spiegava un po' le procedure di emergenza. All'inizio della riunione ha offerto le sue condoglianze ai parenti delle persone che sono state assassinate (le parole che usato sono state "killed", "murdered"). Uno ha detto che ha un figlio all'artiglieria e l'altro nei carri armati. Si è anche fatto notare che alcuni, tra dottorandi e docenti, mancano perché sono stati arruolati.

Ad un certo punto si è discusso se far partire o meno le lezioni regolarmente. Da una parte si dice che ad Haifa non c'è alcun attacco, quindi non ci sarebbero problemi per far partire le lezioni. Dall'altra si fa notare che molti studenti sono stati chiamati al fronte, dunque le aule rischiano di essere semi-vuote. Inoltre sarebbe poco rispettoso fare lezione regolarmente mente la gente crepa. Altri però hanno detto che lo scopo del sacrificio dei soldati è anche quello di far fare una vita normale (per quanto possibile) a chi rimane a casa.

(Per la cronaca, le lezioni iniziano regolarmente.)

Spero di aver fatto capire in queste poche righe com'è il morale in un paese in guerra. Per i telespettatori europei occidentali la guerra oramai è solo qualcosa di lontano. Ti commuovi e poi cambi canale. Ecco, qui la guerra è qualcosa di molto più reale e doloroso.

Tempo addietro parlavo con una persona che sperava che la Russia attaccasse la Polonia così la NATO è costretta a reagire e a dare una lezione alla Russia. Mi sa che questa persona non aveva ben chiaro il concetto di guerra.

P.S. Comunque io sto bene e sono tranquillo.

Cronache di guerra

Entro nello Stato di Israele per la prima volta nella mia vita. Sessanta ore dopo scoppia una guerra.

Fatemi subito rassicurare tutti che sono salvo e lontano dalle ostilità. Haifa è a 150 km da Gaza e i missili di Hamas hanno un raggio d'azione di al più 80 km. Anche la popolazione locale è tranquilla.

Ho imparato la procedura da seguire in caso di attacco missilistico. Praticamente ogni edificio ha un locale adibito a rifugio antimissile e se sei nell'edificio o nelle vicinanze devi raggiungerlo in un certo lasso di tempo che varia da luogo a luogo: ad Haifa città è un minuto; al Technion è un minuto e trenta secondi. In tutti i Paesi del mondo si fanno le prove antincendio. Chissà se qui si fanno le prove antimissile.

Il proprietario del rifugio antimissile, può adibirlo ad altri ruoli (es. camera degli ospiti). La cosa strana è che spesso il rifugio antimissile è il giro-scale. Infatti, se il giro-scale è completamente interno, è ben protetto dal resto dell'edificio. È il contrario dell'emergenza terremoto, in cui le scale sono il punto debole dell'edificio.

Altri fatti sparsi

Oggi ad un certo punto Facebook non funzionava in Israele. O meglio, a me non andava ma se mi collegavo con un proxy dall'Italia, allora funzionava. Ma magari sono io che ho sbagliato a diagnosticare il problema e il problema è qualcos'altro. E chissà perché dovrebbe smettere di funzionare Facebook?

Altra cosa che non funzionava per un po' oggi (e che ancora non funziona a dovere) è il GPS. Cioè, i dati delle efemeridi si scaricavano bene da internet; quando poi si trattava di calcolare la posizione non ce la fa. Anche qua potrei essere io imbranato e non aver diagnosticato il problema giusto. Però mi sembra plausibile che si voglia disturbare il segnale GPS, volendo evitare che i missili raggiungano l'obiettivo usando il GPS.

Boh, non so. Forse sto diventando complottista...

Dottorato

Salvo stravolgimenti dell'ultimo momento, mi dottorerò il 29 settembre. La discussione sarà nella Big Meeting Room (settimo piano) della SISSA, con ogni probabilità di pomeriggio. Se non avete nulla da fare e volete saperne di più su problemi isoperimetrici in spazi del menga, venite pure. I più curiosi possono leggere qui (solo i papers con "isoperimetric" nel titolo), ciò di cui parlerò.

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